Chiara Dell’Utri

“REWIND, 10 anni al Museo Diocesano di Monreale” – Nuovi scenari di fruizione digitale per i musei dopo la pandemia

chiara.dellutri@gmail.com
DOI: 10.7431/RIV26092022

Lo scorso 13 aprile 2021 il Museo Diocesano di Monreale, realtà presente nel contesto del sito UNESCO del Duomo di Monreale, ha segnato i primi dieci anni di attività dalla sua fondazione. L’importante anniversario è ricaduto durante il primo anno dell’emergenza COVID-19 che ha fermato tutto il mondo e ogni settore umano e ci ha costretto ad affrontare situazioni gravi e complesse, sconvolgendo gli equilibri di tutti i paesi.

Uno dei settori sicuramente più colpiti è stato quello dei musei e degli Istituti di cultura, che hanno bruscamente interrotto il loro percorso, dovendo riformulare – insieme al mondo della scuola – modalità e metodologie di lavoro dettate dalle norme per la sicurezza anti-contagio e dalla pandemia 1. Sono stati sperimentati nuovi spazi di costruzione dei processi culturali e aperte nuove ricerche pedagogiche che hanno messo in evidenza il rinnovato rapporto tra il Patrimonio Culturale e il mondo digitale, tra la Scuola e l’apprendimento a distanza (Fig. 1).

Anche il Museo Diocesano di Monreale, realtà museale importante nel contesto delle Diocesi d’Italia, ha subìto una chiusura temporanea al pubblico e la sospensione di tutte le attività culturali calendarizzate, tra cui le visite e i percorsi per le scuole, le mostre temporanee e alcuni eventi specifici per celebrare il decennale dall’apertura.

In questo scenario, nell’ambito della mia personale esperienza di educatore museale e di responsabile del servizio educativo presso il Museo Diocesano dove collaboro dal 2013 2, mi sono trovata insieme alla Direzione ad affrontare nuove problematiche sulla fruizione post-pandemia e sull’interazione con i pubblici mediante i canali digitali. Nonostante l’inattività forzata, il periodo di chiusura è stato fecondo di importanti riflessioni post-pandemiche, volte a ripensare il ruolo del museo e del suo servizio educativo 3 ponendo le basi per:

  • un’attenta revisione della nostra mission educativa e delle modalità di mediazione alla luce del nuovo contesto contemporaneo;
  • l’esposizione di un nuovo metodo di lavoro dove il mondo digitale/virtuale emerge come alleato della mediazione culturale nei musei, e dove strumenti come il “digital storytelling” e la progettazione di “ambienti virtuali” si pongono come i nuovi “ferri del mestiere” per la Direzione e il responsabile dei Servizi educativi.

Il presente lavoro ha lo scopo di riportare l’esperienza, dall’ideazione alla creazione, della docu-mostra virtuale “Rewind – 10 anni al Museo Diocesano di Monreale”, da me curata per conto della Direzione 4 e pubblicata on-line lo scorso 27 maggio 2021 sul sito del museo 5 a testimonianza del decennale dalla sua apertura al pubblico.

Prima di tutto il contesto, la storia

Da dove iniziare e come affrontare un così importante appuntamento con la memoria? Visitare il Museo Diocesano di Monreale significa vivere un’esperienza ricca di storia, arte e devozione ma significa anche conoscere il suo territorio: allocato presso il Palazzo Arcivescovile, il Museo presenta in più momenti del percorso di visita un’attenta riflessione con il luogo – il sito UNESCO del Duomo e del chiostro dei Benedettini – con la storia della fondazione della città di Monreale 6 – per volere del Re Guglielmo II e la dinastia degli Altavilla – e con il patrimonio artistico siciliano attraverso le ricche collezioni esposte.

È un museo di recente acquisizione nel panorama dei musei ecclesiastici di Italia, che apre ufficialmente i battenti il 13 aprile 2011 dopo un lungo periodo di gestazione. L’idea di realizzare il Museo nasce già nel 1992 dalla volontà di Monsignor Salvatore Cassisa (1978-1997), quando la Diocesi di Monreale ricevette la donazione della collezione di Salvatore Renda Pitti affinché fosse esposta al pubblico 7. Dopo di lui, anche i Vescovi Pio Vittorio Vigo (1997-2002) e Cataldo Naro (2002-2006) si spesero personalmente affinché il progetto fosse portato a termine. Monsignor Salvatore Di Cristina completò il lavoro intrapreso dai suoi predecessori istituendo il Museo già nel 2010 e individuando in Maria Concetta Di Natale la Direttrice e curatrice scientifica 8. Lo stesso Monsignore, in occasione dell’inaugurazione del museo nel 2011 riferisce che esso «raccoglie in un insieme armoniosamente e scientificamente disposto una parte eletta del patrimonio storico-artistico della omonima comunità diocesana – una tra le più antiche e nobili della Sicilia – , per esporne alla pubblica fruizione le espressioni più significative, così da documentare attraverso le opere del genio artistico l’evolversi della sua vita culturale e religiosa» 9. Successivamente, ne ribadisce l’importante ruolo Monsignor Michele Pennisi, arcivescovo emerito di Monreale che nel 2014 lo presenta «come punto di riferimento principale attorno a cui si anima il progetto di rivisitazione del passato […], come sede della formazione umana e dell’evangelizzazione cristiana del nostro territorio, in quanto raccoglie ciò che da esso proviene per offrirlo nuovamente ai visitatori attraverso il duplice itinerario della memoria storica e della fruizione estetica» 10.

Il Museo Diocesano di Monreale è un museo d’arte cristiana che rappresenta, attraverso un articolato percorso espositivo disposto in senso cronologico, la fede e la devozione del popolo della Diocesi di afferenza, evidenziandone la storia e la simbologia 11. Le preziose collezioni si prestano bene all’analisi storico-artistica della produzione di arti decorative in Sicilia 12, in rapporto alla raffinata committenza ecclesiastica e laica e alla fedele devozione aristocratica e popolare, poiché documentano manufatti di diversa natura con una datazione che va dal XII al XIX secolo. Come ben riferisce Maria Concetta Di Natale, nella costituzione del museo «si è cercato di presentare un luogo dove il patrimonio dei beni artistici della diocesi di Monreale potesse trovare una chiara e attenta esposizione al pubblico» 13 e questo perché «un museo diocesano ha una specifica funzione, che è quella della catechesi, […] di illustrare attraverso le opere di arte cristiana la fede e la devozione della Diocesi tramandandone i temi storici e religiosi» 14.

L’affascinante percorso museale, allocato presso gli ambienti dell’antico Palazzo Arcivescovile 15 comunicanti con la Fabbrica del Duomo, si sviluppa su tre livelli con accesso dal cortile antistante alle absidi 16 (Fig. 2). Diverse le tematiche adottate, seguendo i criteri museologici della Di Natale 17 nella realizzazione del percorso allestito da Lina Bellanca, già soprintendente dei Beni Culturali di Palermo: la committenza episcopale, il collezionismo privato di Salvatore Renda Pitti e le opere pervenute al museo dai diversi siti diocesani e dal tesoro dalla Cattedrale, originariamente collocato nella piccola sacrestia della Cappella Roano al Duomo.

Il percorso espositivo inizia con un Lapidarium, ambiente al pianterreno che, passando dal Sarcofago di Guglielmo17, immette da una parte alla navata laterale destra del Duomo nell’area delle tombe reali e dall’altra alla Sala San Placido, già cappella omonima voluta nel 1590 dal Cardinale Ludovico II Torres, vescovo di Monreale dal 1588 al 1609 18: la sala, un grande ambiente con suggestiva apertura sul chiostro, costituisce l’inizio monumentale del percorso espositivo dove sono state collocate le opere di più grande formato della collezione, come il grandioso arazzo raffigurante il Sogno di Guglielmo 19, che presenta l’iconografia della “nascita della città di Monreale” secondo la “lettura personale” del pittore tardo-barocco Gioacchino Martorana (1735-1779) 20; degne di nota e allestite in sequenza insieme ai preziosi paliotti di manifattura siciliana del Settecento, sono le pale d’altare databili tra il XVII e il XVIII secolo, tra cui l’Angelo Custode 21 di Pietro Novelli, il Monrealese. La sala ospita l’allestimento di mostre temporanee 22 e altri eventi quali seminari e convegni, ponendosi come fulcro delle attività di rappresentanza e di accoglienza.

Salendo al primo piano, si procede alla Sala Normanna e alla Sala del Rinascimento dove troviamo le opere più antiche della Diocesi disposte secondo il criterio cronologico: spiccano per la fattura e l’importanza documentaria il Reliquiario della Sacra Spina 23, realizzato durante l’episcopato dell’Arcivescovo Paolo de’ Lapi, a Monreale dal 1379 al 1407, e rimaneggiato all’epoca del Cardinale Francesco Peretti Montalto, in carica dal 1650 al 1655 24 e il medaglione con la Madonna col Bambino, attribuito ad Andrea della Robbia e realizzato tra il 1485 e il 1490 per l’Abbazia di Santa Maria del Bosco di Calatamauro 25: entrambe le sale offrono una prestigiosa veduta sui mosaici da una parte e uno scorcio sulle absidi esterne dall’altra.

Il secondo piano si presenta al visitatore con una successione di Sale di grande varietà: la Sala Renda Pitti, la Saletta della Portantina, la Sala dei Vescovi, la Cappella Neoclassica. Nella prima sono esposte le opere a carattere religioso donate dal collezionista Salvatore Renda Pitti alla Diocesi di Monreale per la fruizione pubblica 26; si continua nel piccolo vano di passaggio che è la Saletta della Portantina, in cui si segnalano il Reliquiario a busto di Sant’Ignazio di Loyola realizzato da Antonio Mollo e proveniente dalla chiesa del Sacro Cuore di Monreale 27 e la Portantina in legno intagliato e dorato, realizzata da maestranze siciliane della fine del XVIII secolo 28. A seguire, la grande Sala dei Vescovi che offre al visitatore una veduta dall’alto del chiostro benedettino e propone un percorso che, attraverso la committenza vescovile, narra della storia della Diocesi mettendo in evidenza parati e suppellettili di grande pregio, tra cui il Calice con i simboli della Passione di Cristo 29 del Cardinale Alessandro Farnese (1536-1573) 30, la Mitria dell’Arcivescovo Ludovico II Torres (1588-1609) 31, il Calice in corallo 32 del Cardinale Alvaro Cienfuegos (1725-1739) 33, l’Ostensorio ingemmato neoclassico dell’Arcivescovo Domenico Benedetto Balsamo (1816-1844) 34; ultimo vano a seguire, la Sala Neoclassica, in origine cappella commissionata dell’Arcivescovo Domenico Gaspare Lancia di Brolo 35 (a Monreale dal 1884 al 1919) che ospita le opere più tarde del percorso museale, tra cui il quadro dell’Addolorata di Vito D’Anna, proveniente dalla chiesa Maria SS. Addolorata di Monreale e la Cena in Emmaus, commissionato nel 1843 a Giuseppe Patania dai benedettini di Monreale per ornare il refettorio del monastero 36. Conclude il percorso al secondo piano, con accesso separato dalle altre sale, la Sala Etno-antropologica, che offre un’accurata selezione di oggetti come ex voto, ceroplastiche, insegne processionali, stampe devozionali quali testimonianze della fede e della religiosità popolare del territorio monrealese; anche in questa sala è presente un affaccio diretto e ravvicinato sulle absidi del duomo e una veduta panoramica del Golfo di Palermo.

Il percorso di visita include la visita interna del Duomo dalle tombe reali 37 nella navata laterale destra, ai mosaici della navata principale e alla zona del transetto nord: da qui la fruizione in situ della Cappella del Crocifisso, voluta dall’Arcivescovo Giovanni Roano 38, a Monreale dal 1673 al 1703 39,  costruita utilizzando gli ambienti di collegamento tra il Duomo e l’ex palazzo reale, come ambiente a sé stante «in modo che», come nota Maria Concetta Di Natale, «non potesse risultare invadente rispetto al tappeto musivo normanno» 40.

Dalla storia alla mediazione educativa: digital storytelling e mondo virtuale

Appurata l’importanza del contesto, come comunicare al grande pubblico questa memoria, fatta di eventi, mostre, curatele e come mediarla per ampliarne la conoscenza e l’interazione verso il pubblico?

Narrare storie, raccontare, far immaginare con le parole e la gestualità è una tecnica che si lega alla natura stessa dell’uomo sin dagli albori delle Civiltà: già dal Paleolitico l’uomo, narrando storie creò “comunità”, e oggi ancor più di allora mediante il racconto intrattiene, informa, educa ai valori e alle tradizioni, trasmette conoscenze e ideali e plasma la Comunità stessa 41. In ambito museale padroneggiare tale tecnica comunicativa significa “centrare il bersaglio educativo”; significa riuscire a narrare il patrimonio artistico e culturale mediante le forme tipiche dello storytelling, anche nella sua estensione digitale web 4.0 e a far partecipi i giovani, che non assumono solo il ruolo di “uditori/fruitori” passivi, ma possono costruire insieme ai loro pari e nel confronto con gli adulti (sia educatori museali che docenti) la loro “storia” di quel dato museo o istituzione culturale secondo il loro “sentire” personale – scanzonato, distratto – ma pur sempre vero e sincero 42.

La pratica del “raccontare storie”, grazie anche alle nuove tecnologie si è trasformata in una branca fondamentale della comunicazione e valorizzazione nel campo culturale e, specificamente, museale 43. Ma se il digital storytelling è una modalità narrativa del museo, la sua componente più innovativa sta nell’uso delle tecnologie digitali, che mettono in evidenza l’aspetto più pratico e progettuale. Per digital storytelling si intende una narrazione, frutto di una combinazione di testo, immagini, audio retta da una struttura narrativa e realizzata con strumenti digitali: come nota Elisa Bonacini, il prodotto non si riduce ad una semplice “videostoria” ma «ad una pratica di narrazione in perenne evoluzione, per il continuo crescendo nella innovazione, nella creatività, e […] nel ruolo pro-attivo dell’utenza. Dunque, non può più ritenersi semplicemente come supporto multimediale a uno storyteller» 44.

Al Museo Diocesano di Monreale a far da “narratore” per raccontare la storia delle preziose collezioni del Museo è una piccola torre sorridente (Fig. 3), tratta dallo stemma dei Torres, arcivescovi di Monreale 45. I fruitori, scuole di ogni ordine e grado, ma anche famiglie, entrano a contatto con il patrimonio artistico della diocesi di Monreale, attraverso questo dialogo che è gioco e interazione ma anche mediazione di saperi complessi che si trasformano in apprendimenti significativi: non conta più il quanto, ma il come apprendiamo e come possiamo far tesoro dell’esperienza pratica maturata durante i laboratori. Realizzando un gioiello o una tarsia, sperimentando la bellezza dei mosaici della Cattedrale, nelle mani dei piccoli fruitori rivivono antichi gesti di bottega (Fig. 4) – il “saper fare” – degli artigiani della nostra tradizione artistica 46.

Il Museo Diocesano di Monreale ben si presta ad accogliere tale metodologia educativa 47, poiché nell’ambito dei musei diocesani ed ecclesiastici 48 la narrazione e l’educazione museale rivestono un ruolo fondamentale che unifica la conoscenza del patrimonio culturale materiale e immateriale con i significati simbolici che l’arte sacra racchiude (Fig. 5), dato che questa tipologia di museo «può diventare “territorio di scambio” e di relazioni se è disposto ad accogliere punti di vista e interpretazioni “altre” rispetto ai beni che espone» 49 e ancora può fornire «gli strumenti per avvicinarsi “consapevolmente” all’opera d’arte sacra» 50. Priorità del museo d’arte sacra è allora, come sottolinea Domenica Primerano, quella di «coniugare azione educativa e finalità pastorale riuscendo a fare del museo ecclesiastico un ponte che unisce, un luogo aperto al dialogo tra sensibilità, culture, fedi diverse» 51.

Il museo è dunque un “organismo” articolato, in cui confluiscono la storia delle collezioni, della specifica sede museale e dell’istituzione. Se il visitatore non conosce queste tre vicende culturali, afferma Emma Nardi, «la comprensione di ciò che vede non può che essere parziale» 52. Inoltre, «nel processo di apprendimento la persona è importante tanto quanto l’oggetto, poiché tale processo si sviluppa sull’interazione fra ciò che l’allievo porta con sé al momento della visita e l’informazione contenuta nell’oggetto» 53. Infine, come riferisce Silvia Mascheroni «per attivare il dialogo e costruire una relazione di senso con i propri pubblici, occorre partire dai significati profondi del patrimonio di un museo ecclesiastico. E questa relazione va messa in moto a partire anzitutto dalla comunità di riferimento […], per esempio, occorre domandarsi quanto il museo sia percepibile all’esterno […]» 54.

Il passo verso l’uso degli ambienti virtuali allora è breve: come riferisce Chiara Panciroli il museo virtuale è «un’entità digitale che attinge alle caratteristiche di un museo reale al fine di integrare, valorizzare o aumentare l’esperienza museale attraverso la personalizzazione, l’interattività e la ricchezza dei contenuti» 55. Come per il museo fisico, anche il museo virtuale deve essere aperto e accessibile al grande pubblico; inoltre, i contenuti devono essere di altissima qualità e validati da chi si occupa della cura scientifica dell’istituzione museale 56.

Dal “digital storytelling” alla docu-mostra virtuale

Per costruire questo dialogo e iniziare una “narrazione” esaustiva, nell’atto di creare i contenuti di “narrazione digitale” dei primi dieci anni di attività del museo diocesano risultava necessario definire modalità e strumenti 57.

Tra le soluzioni il “digital storytelling”, come nuovo modo per “narrare il museo” e la progettazione di “ambienti virtuali 3d”, come strumento per la creazione di nuovi “spazi di apprendimento”: entrambi elementi hanno trovato una piena attuazione nella docu-mostra virtuale “Rewind – 10 anni al Museo Diocesano di Monreale” 58 (Fig. 6).

Nella creazione dei contenuti si è scelto di dare voce a quanti hanno collaborato in prima persona alla realizzazione e alla cura del Museo Diocesano, dalla Direzione ai collaboratori, che sono stati intervistati e registrati per essere inseriti all’interno di un ambiente virtuale progettato e costruito ad hoc per l’occasione mediante l’uso di ArtSteps 59.

ArtSteps è un’applicazione innovativa che consente di creare mostre, eventi e storie progettando complessi “ambienti virtuali” tridimensionali: uno strumento facile da usare e accessibile tramite browser Web, senza la richiesta di particolari requisiti software aggiuntivi. Le esperienze virtuali 3D create tramite ArtSteps possono includere elementi bidimensionali (ad es. dipinti, foto e poster), elementi tridimensionali (ad es. sculture o piccole installazioni) e audio e video mediante integrazione su canale YouTube 60. Uno strumento molto versatile nel panorama delle mostre virtuali, web application che permette di creare ambienti espositivi virtuali con grafica 3d attraverso una piattaforma cloud gratuita 61. Le storie virtuali 3D possono essere esplorate, valutate e discusse sul sito Web di ArtSteps mediante l’interazione diretta tra gli utenti. Possono anche essere incorporate e condivise attraverso le pagine dei social media. Il potenziale di questo strumento sta soprattutto nella facilità d’uso e nel carattere intuitivo che permette anche ai non esperti del settore di realizzare prodotti completi e curati nella grafica trovando pertanto una piena applicazione non solo in contesti privati, ma anche nel mondo dei musei e nella didattica laboratoriale a scuola 62.

In Sicilia nel campo delle Arti Decorative la piattaforma di ArtSteps ha trovato una interessante applicazione nella mostra virtuale “Ex machina” curata da Sergio Intorre 63 e resa disponibile lo scorso 19 dicembre 2020 sul sito dell’Osservatorio per le Arti Decorative in Italia “Maria Accascina” 64: la mostra espone «disegni e incisioni raffiguranti apparati effimeri progettati tra la fine del XVII e il XVIII secolo in occasione di eventi pubblici a carattere sacro e profano svoltisi a Palermo, frutto della committenza dei Viceré e del Senato palermitano ai principali architetti dell’epoca» 65. Nel lavoro di Sergio Intorre l’uso della piattaforma ha permesso la fruizione di beni che in presenza sarebbero stati solo parzialmente disponibili alla fruizione, soprattutto per motivi conservativi: per tale motivo la tecnologia impiegata risulta strumento sia di conservazione che di fruizione.

Per concludere

“Rewind – 10 anni al Museo Diocesano di Monreale” è un racconto per immagini, video, documenti e interviste sui dieci anni di attività del museo. È una narrazione fatta di memoria e contenuto, passato e presente, un racconto che attraverso una struttura “a più voci” vuole emozionare il fruitore. Già dal titolo “rewind” è chiaro l’intento del narratore: la possibilità di riavvolgere un nastro, una pellicola di ricordi su questi dieci anni 66.

Per fruire la mostra basta collegarsi al sito www.museodiocesanomonreale.it e andare alla pagina dedicata 67. Vi sono due modalità di visita: la prima seguendo il percorso guidato consigliato; la seconda attraverso una libera fruizione dell’ambiente virtuale. All’interno del percorso, nell’ottica di una maggiore inclusione/accessibilità, sono disponibili traduzioni nella Lingua dei Segni Italiana 68, traduzioni in inglese 69, video con sottotitoli, documenti, foto e tanti altri materiali. Il percorso, completamente gratuito, è diviso in quattro sezioni:

  1. «Essere “Museo della Diocesi”»; il Museo Diocesano inizia il suo cammino dopo un lungo percorso di elaborazione conclusosi sotto la guida di S.E.R. Monsignor Salvatore Di Cristina, arcivescovo emerito di Monreale e con la nomina di Maria Concetta Di Natale in qualità di Direttore. Dal 26 aprile 2013 S.E.R. Monsignor Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale, segue con cura e attenzione le attività del Museo in perfetto accordo con la Direzione e con l’Eorc Monreale, sollecitando un vivo contatto tra territorio e museo, da lui definito “non solo luogo in cui si conservano gli oggetti artistici ma anche “vivaio” in cui si trasmettono nel tempo il genio e la spiritualità di una comunità”.
  2. «Il Dialogo con il patrimonio artistico»; la sezione si apre con gli abstract ricordo dell’inaugurazione. Si passa poi ai servizi giornalistici sul “neonato” Museo Diocesano. Ed infine alle testimonianze della Prof.ssa Maria Concetta Di Natale, dell’Arch. Lina Bellanca, soprintendenza dei Beni Culturali e di Don Nicola Gaglio, parroco della Cattedrale, che ci raccontano della Sala dei Vescovi, del cantiere di restauro del Palazzo Arcivescovile e del progetto di allestimento della Torre Sud.
  3. «Mostre e grandi eventi»; l’ampia sezione si divide in box dedicati alle principali mostre e ai grandi eventi realizzati dal Museo Diocesano nel corso dei 10 anni di attività, frutto di diverse collaborazioni – anche molto significative – tra Istituzioni e personalità. Le diverse attività sono raccontate attraverso video e immagini disposte in senso cronologico lungo il percorso. A partire dalla prima grande mostra «Sicilia Ritrovata. Arti decorative dai Musei Vaticani e dalla Santa Casa di Loreto» 70, curata insieme ai Musei Vaticani, cui è dedicato un ampio spazio, la sezione si articola attraverso il podcast di accompagnamento di Lisa Sciortino, Direttore aggiunto del Museo Diocesano di Monreale, che introduce ogni ‘settore mostra’ dal 2012 ad oggi. Completano altri interventi sulle curatele e sulle collaborazioni esterne (Maurizio Vitella, Giovanni Travagliato) e un podcast di Santo Cillaroto, già presidente dell’E.O.R.C. sul backstage d’allestimento.
  4. «Il nostro pubblico: un museo per tutti»; questa sezione è dedicata alle attività del Servizio Educativo “La Torre Narrante al Museo Diocesano di Monreale”. Tra le tante il nuovo servizio “Let’s visit together” che permette di effettuare visite a distanza in diretta live. Viene proposta in lettura la favola “Sogno di Re Guglielmo” tratta dal laboratorio “Caccia al Tesoro”. Chiudono i saluti di S.E.R. Monsignor Pennisi e di Maria Concetta Di Natale.

Attraverso le video interviste, le immagini e i podcast parlano al pubblico le varie personalità che a diverso titolo hanno contribuito e contribuiscono ancora oggi alla mission del museo. Il racconto è volutamente “divulgativo” perché si rivolge ad un pubblico misto e di diverse età: si va dai video più tecnici sui restauri del Palazzo e gli allestimenti delle sale, ai video più informativi sulle iniziative espositive; dalle scelte museologiche proposte dalla Direzione, alla lettura della favola del “Sogno del Re Guglielmo” dedicato agli utenti più giovani. Nella struttura di allestimento, che ritorna al punto di partenza come il riavvolgersi di un nastro, si raccolgono e organizzano le informazioni permettendo a tutti di immergersi e partecipare del passato del museo 71.

Ritorna chiaro lo scopo educativo e inclusivo del museo come ribadito dalla nuova definizione approvata durante la 26a conferenza internazionale a Praga 72 lo scorso agosto 2022: «il museo è un’istituzione permanente senza scopo di lucro e al servizio della società, che effettua ricerche, colleziona, conserva, interpreta ed espone il patrimonio materiale e immateriale. Aperti al pubblico, accessibili e inclusivi, i musei promuovono la diversità e la sostenibilità. Operano e comunicano eticamente e professionalmente e con la partecipazione delle comunità, offrendo esperienze diversificate per l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze» 73. A conferma del lavoro svolto, proprio in occasione della 26° Conferenza Internazionale, durante gli incontri offset promossi dai Comitati Internazionali di ICOM, la docu-mostra “Rewind – 10 anni al Museo Diocesano di Monreale” ha ottenuto un importante riconoscimento internazionale al Festival F@imp dell’Avicom 2021/202273, aggiudicandosi lo “Special Prize” nella categoria “other applications (virtual tours, 3d apps, ecc…) su 60 musei partecipanti da tutte le parti del mondo (Fig. 7) 74. Tale riconoscimento ripaga del complesso lavoro di gestazione della docu-mostra che, seppur completato nell’arco di 3 mesi, ha visto numerose fasi e attività di lavorazione, non senza alcune difficoltà: dalla raccolta e selezione dei materiali audiovisivi e documentativi (foto, locandine, documenti, video), alla produzione di nuovi contenuti audiovisivi e delle interviste (alcune svolte obbligatoriamente a distanza per via delle restrizioni), alla creazione delle grafiche e degli allestimenti virtuali, fino alla presentazione e promozione presso i social. Pubblicata online durante la zona rossa e a museo chiuso, la docu-mostra ha contribuito alla ri-connessione con il pubblico del museo, che fortunatamente oggi può accedere in presenza senza difficoltà, ma può comunque conoscere uno spaccato importante della storia del Museo Diocesano 75.

La nuova definizione ICOM di museo pone l’accento su diversi temi che saranno oggetto di diversi approfondimenti e chiarimenti nell’immediato futuro: inclusione e accessibilità, mondo digitale e ambienti virtuali, attività immersive e metaverso sono solo alcuni degli scenari che ci aspettano.  Nella fruizione del patrimonio si dovrà sicuramente tener conto sempre più di modalità non più soltanto “analogiche”, ma anche “phygital” 76 ovvero di esperienze di interazione che combinano mondo fisico e mondo digitale 77. Ma ciò che non dovrà mai mancare (e che ci auguriamo non manchi mai) sarà il contatto umano e la possibilità di fare “comunità”.

  1. Dopo il primo lockdown tra marzo e maggio 2020 sono emersi profondi cambiamenti nel mondo della cultura e della scuola. Il dibattito su questa nuova situazione è stato alimentato da Convegni Nazionali come quello tenutosi online il 14 luglio 2020, organizzato dalla Sovrintendenza Capitolina in collaborazione con ICOM Lazio. Per approfondire cfr. Chiusi per Covid aperti per la cultura. Musei e comunicazione digitale. Bilancio e prospettive, a cura di I. Toffoletti, Roma 2021; D. Benedetti, L’uso dei media da parte dei musei nell’era della pandemia Covid-19: criticità e potenzialità, in Media Education 11. Studi, ricerche, buone pratiche, Firenze 2020, pp. 199-205.[]
  2. Dal 2013 “La Torre Narrante. La didattica per le arti decorative al Museo Diocesano di Monreale”, progetto di mediazione culturale e di cittadinanza attiva, organizza il Servizio Educativo del Museo Diocesano e lo presenta al pubblico scolastico e dei privati. Accolto dall’Arcidiocesi e dalla Direzione del Museo nel 2011 a pochi mesi dall’inaugurazione, trova la sua piena attuazione con la stipula della convezione con l’Eorc Monreale, Ente gestore del museo, durante l’anno scolastico 2013/2014 e ad oggi registra ha registrato la presenza di più di 8000 partecipanti tra scuole e famiglie. Sul Servizio Educativo e la cura del progetto consulta: C. Dell’Utri, La didattica museale per le arti decorative. Il progetto “La Torre Narrante” al Museo Diocesano di Monreale, “Quaderni Museo Diocesano di Monreale, Didattica 1, collana diretta da M.C. Di Natale”, Palermo 2014.[]
  3. Il presente lavoro nasce dall’esperienza pratica di responsabile del Servizio Educativo, ruolo che svolgo presso il Museo Diocesano di Monreale dal 2013, e porta avanti studi e ricerche da me in parte esposti nella tesi di Master di II livello in “Responsabile della mediazione culturale e dei servizi educativi nei contesti museali”, presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, A.A. 2020-21.[]
  4. Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che a diverso titolo hanno partecipato a questo lavoro: S.E.R. Michele Pennisi, S.E.R. Salvatore Di Cristina, Prof. Maria Concetta Di Natale, Dott. Lisa Sciortino, Santo Cillaroto, Salvatore Zanca, Antonio Mirto, Arch. Lina Bellanca, Dott. Maria Reginella, Prof. Sergio Intorre, Prof. Giovanni Travagliato, Prof. Maurizio Vitella, Prof. Rosalia Francesca Margiotta, Don Nicola Gaglio, Arch. Ciro Lomonte, Arch. Guido Santoro, Arch. Antonio Fabrizio Cannella, Enzo Brai, Dott. Ignazia Ferraro, Dott. Rosadea Fiorenza, Alessandra Poli, Monique Thomas, Maria Sviridenko, Monica Li Vigni, Salvatore Gambacurta, Roberta Carollo;  D.S. Mariangela Ajello, Prof. Nadia Ferrante, Alunni Classe IE dell’I.C. D. Scinà – Costa di Palermo; Francesco Paolo Amato, Giuliana Romeo, Alessandra Massimino, Ola Szuba, Ornella D’Angelo; Staff EORC: Enrico Geloso, Fabrizio La Mantia, Maria Pipi, Lidia Giangrande, Luca Palermo, Piero La Corte, Roberta Malizia, Zaira Martorana, Enza Alisena, Mimmo Renda, Salvino Trapani, Giuseppe Mazzola, Vincenzo Tusa, Filippo La Barbera.[]
  5. La docu-mostra è disponibile gratuitamente sul sito del Museo Diocesano di Monreale a questo link: <http://www.museodiocesanomonreale.it/index.php?option=com_content&view=article&id=176&Itemid=270> [consultato il 12//2022].[]
  6. Sul Duomo di Monreale: D. Lo Faso Pietrasanta di Serradifalco, Del Duomo di Monreale e di altre chiese siculo normanne, Palermo 1838; E. Mauceri, Il Duomo e il chiostro di Monreale, Milano 1935; W. Krönig, Il Duomo di Monreale e l’architettura normanna in Sicilia, Palermo 1965; L. Sciortino, Il Duomo di Monreale, San Vendemiano (Treviso) 2012.[]
  7. M.C. Di Natale, Criteri di Museologia per il Museo Diocesano di Monreale, in “OADI – Rivista dell’Osservatorio per le Arti Decorative in Italia, a. V, n. 12, dicembre 2015, note 16 e 17; L. Sciortino, Il Museo Diocesano di Monreale, con saggio introduttivo di M.C. Di Natale, Palermo 2016; A. Mottola Molfino, Viaggio nei musei della Sicilia: guida ai luoghi, con un testo di M.L. Ferruzza, Palermo 2010, p. 97. Il Museo Diocesano e le sue oreficerie sono stati analizzati e schedati da C. Dell’Utri, Un catalogo virtuale dell’Oreficeria siciliana. La guida dei nuovi Musei dello Splendore, tesi di dottorato XXIII ciclo A.A. 2008-2011, Dottorato in Storia dell’Arte medievale, moderna e contemporanea in Sicilia, tutor Prof M.C. Di Natale, Università degli Studi di Palermo, pp. 1-264.[]
  8. Come riportato dal Decreto d’Istituzione del Museo Diocesano disponibile on-line su: <http://www.museodiocesanomonreale.it/images/stampa/decreto.pdf> [consultato il 12-10-2022]. I lavori di allestimento e creazione del Museo, realizzato su finanziamento europeo erogato dalla Regione Siciliana, sono frutto della collaborazione tra diverse Istituzioni, come l’Arcidiocesi di Monreale, la Soprintendenza BB.CC. di Palermo, l’Università degli Studi di Palermo: cfr. colophon su: <http://www.museodiocesanomonreale.it/index.php?option=com_content&view=article&id=34&Itemid=139> [consultato il 12-10-2022].[]
  9. Cfr.<http://www.museodiocesanomonreale.it/index.php?option=com_content&view=article&id=39&Itemid=144> [consultato il 12-10-2022].[]
  10. S.E. Mons. M. Pennisi, Premessa, in C. Dell’Utri, La didattica museale…, Palermo 2014, p. 9. A Monsignor Pennisi è subentrato dal 31 luglio 2022 S.E.R. Monsignor Gualtiero Isacchi, attuale Arcivescovo di Monreale, che ha già presenziato all’inaugurazione dell’ultima mostra il 7 settembre 2022 “Monreale negli sguardi del Grand Tour – Opere e luoghi tra immagini dei viaggiatori stranieri e committenza degli Arcivescovi”, curata da Maria Concetta Di Natale e Sergio Intorre con il coordinamento generale di Nicola Gaglio e Giuseppe Ruggirello.[]
  11. M.C. Di Natale, Criteri di Museologia…, Palermo 2015.[]
  12. Al settore ha contribuito in maniera sostanziale Maria Concetta Di Natale con i suoi numerosi studi e con le importanti iniziative culturali promosse. Il 25 novembre 2022 è stato presentato al Duomo di Monreale il volume Il Bello, l’Idea e la Forma. Studi in onore di Maria Concetta Di Natale, a cura di P. Palazzotto-G. Travagliato-M. Vitella, vol.1 e vol.2, Palermo 2022; all’iniziativa ha presenziato S.E.R. Mons. Gualtiero Isacchi.[]
  13. M.C. Di Natale Introduzione in C. Dell’Utri, La didattica museale…, Palermo 2014, p. 11.[]
  14. M.C. Di Natale Introduzione in L. Sciortino, Il Museo Diocesano…, con saggio introduttivo, Palermo 2016.[]
  15. Cfr. M.T. Montesanto, scheda 599, Palazzo Arcivescovile, in C. De Seta – M.A. Spadaro – F. Spatafora – S. Troisi, Palermo città d’arte. Guida illustrata ai monumenti di Palermo e Monreale, Palermo 2009, p. 489; L. Sciortino, Monreale: il Sacro e l’Arte. La Committenza degli Arcivescovi, presentazione di S.E. Mons. S. Di Cristina e introduzione di M.C. Di Natale, collana “Museo Diocesano di Monreale”, n. 1, diretta da M.C. Di Natale, Palermo 2011.[]
  16. Per approfondimenti sul Duomo di Monreale e i cicli musivi, consulta: E. Kitzinger, I mosaici di Monreale, Palermo 1951; R. Salvini, Il Chiostro di Monreale, 1962; W. Kroenig, Il Duomo di Monreale, Palermo 1965; G. Schirò, Il Duomo di Monreale. Città dal Tempio d’oro, Palermo 2007, Cfr. M.T. Montesanto, scheda 594, Duomo, in C. De Seta – M.A. Spadaro – F. Spatafora – S. Troisi, Palermo…, Palermo 2009, pp. 480-488; L. Sciortino, Il Duomo…, San Vendemiano 2012.[]
  17. M.C. Di Natale, Criteri di museologia…, 2015.[]
  18. Sul periodo storico consulta: G. Schirò, Monreale città di e di vescovi, in L’anno di Guglielmo 1189-1989. Monreale: percorsi tra arte e cultura, Palermo 1989. Sulle tipologie di sarcofago a “vasca” consulta, inoltre: A. Ambrogi, Vasche di età romana in marmi bianchi e colorati, Roma 1995.[]
  19. Cfr. L. Sciortino, La Sala San Placido nel Museo Diocesano di Monreale: sede della mostra, in Sicilia ritrovata. Arti decorative dai Musei Vaticani e dalla Santa Casa di Loreto, catalogo della mostra (Monreale, Museo Diocesano, 07 giugno – 07 settembre 2012), a cura di M.C. Di Natale- G. Cornini -U. Utro, Palermo 2012, pp. 195-202; L. Sciortino, Monreale…, 2011, pp. 38-73.[]
  20. Cfr. E. D’Amico – R. Civiletto, scheda n. I.21, in M. Guttilla, Mirabile artificio. Percorsi d’arte figurativa dal XV al XIX secolo nel territorio dell’Alto Belice Corleonese, Palermo 2007, pp. 132-135.[]
  21. Cfr. M. Guttilla, scheda n. I.20, in M. Guttilla, Mirabile artificio…, 2007, pp. 130-131.[]
  22. Cfr. G. Mendola, I,2,11, in Pompa Magna. Pietro Novelli e l’ambiente monrealese, catalogo della mostra a cura di G. Davì- G. Mendola, Piana degli Abanesi 2008, pp. 84-85.[]
  23. Sulle mostre del museo si rimanda alla pagina dedicata sul sito: <http://www.museodiocesanomonreale.it>[]
  24. Cfr. M. Accascina, Oreficeria di Sicilia dal XII al XIX secolo, Palermo 1974, p. 106; M.C. Di Natale, Dallo scriptorium…, in L’anno di Guglielmo…, Palermo 1989, p. 198; C. Guastella, n. 18, in Federico e la Sicilia dalla terra alla corona. Arti figurative e suntuarie, catalogo della mostra a cura di M. Andaloro, Siracusa-Palermo 1995, pp. 117-121; L. Sciortino, Monreale…, 2011, pp. 16-17.[]
  25. Cfr. L. Sciortino, Monreale…, 2011, pp. 15-17 e p. 84.[]
  26. Cfr. L’abbazia di Santa Maria del Bosco di Calatamauro tra memoria e recupero, Atti del convegno di studi (Chiusa Sclafani e Santa Maria del Bosco, 17-18 aprile 2004), a cura di A.G. Marchese, Palermo 2004.[]
  27. Cfr. L. Sciortino, Salvatore Renda Pitti…, in Itinerari…, 2012, pp. 434-438.[]
  28. Cfr. M. Vitella, scheda n. 1.13, in Splendori…, 2001, pp. 432-433.[]
  29. Cfr. B. Fasone, I, 42, in Gloria Patri…, 2001, pp. 122-123.[]
  30. Cfr. N.A. Lo Bue, scheda n. IV,1, in Pompa Magna. Pietro Novelli e l’ambiente monrealese, catalogo della mostra a cura di G. Davì’ e G. Mendola, Piana degli Albanesi 2008, p. 124.[]
  31. Cfr. L. Sciortino, Monreale…, 2011, pp. 25-30.[]
  32. Cfr. L. Sciortino, Monreale…, 2011, pp. 38-73.[]
  33. Cfr. M. Vitella, scheda n. 44, in Splendori…, 2001, p. 502.[]
  34. Cfr. L. Sciortino, Monreale…, 2011, pp. 118-119.[]
  35. Cfr. L. Sciortino, Monreale…, 2011, pp. 148-157.[]
  36. Cfr. L. Sciortino, Monreale…, 2011, p. 175.[]
  37. Cfr. M. Guttilla, scheda n. I.25, in Mirabile artificio…, 2007, pp. 142-143.[]
  38. Cfr. W. Krönig, Il Duomo… 1965, p. 23; G. Schirò, Monreale…, in L’anno di Guglielmo…, 1989, p. 50; L. Sciortino, Il Duomo…, 2012, pp.162-163.[]
  39. Cfr. L. Sciortino, La Cappella Roano…, 2006; G. Schirò, Il Duomo…, 2007, p. 117.[]
  40. M.C. Di Natale, L’Illuminata committenza dell’Arcivescovo Giovanni Roano, in L. Sciortino, La Cappella…, 2006, pp. 17-32.[]
  41. M.C. Di Natale, L’Illuminata…, in L. Sciortino, La Cappella Roano…, 2006, p. 25.[]
  42. Cfr. E. Bonacini, I musei e le forme dello storytelling digitale, Roma, 2020, p. 37. Per un approfondimento sul mondo dei media digitali, cfr. N. Mandarano, Musei e media digitali, Roma 2019.[]
  43. Non è un caso che il personaggio scelto dal Servizio Educativo del Museo Diocesano sia una piccola “torre narrante”.[]
  44. Cfr. E. Bonacini, I musei e le forme…, 2020, pp. 39-40.[]
  45. E. Bonacini, I musei e le forme…, 2020, p. 61.[]
  46. Sulla storia dei vescovi di Monreale vedi: L. Sciortino, Monreale…, Palermo 2011, con precedente bibliografia.[]
  47. Cfr. C. Dell’Utri, La didattica museale…, Palermo 2014, p. 40.[]
  48. Nel marzo 2020 il progetto educativo “La Torre narrante al Museo Diocesano di Monreale” è stato selezionato come portavoce di ‘buone pratiche’ in occasione della ‘Biennale dell’educazione al patrimonio 2020 BEP20’, convegno internazionale in cui la comunità scientifica mondiale, che si occupa di educazione al patrimonio propone temi di riflessione e futuri ambiti di ricerca, ma attualmente rinviata al 2022 a causa della pandemia mondiale.[]
  49. Tipologia nata dopo il Concilio Vaticano II e formalizzata dalla Conferenza Episcopale Italiana in tre distinti documenti che costituiscono un corpo organico di orientamenti per la Chiesa in Italia per quanto riguarda i rapporti Chiesa, arte e beni culturali: Norme per la tutela e la conservazione del patrimonio storico-artistico della Chiesa in Italia, (14 giugno 1974), in “Notiziario C.E.I.” 6/1974, pp. 107-117; I beni culturali della Chiesa in Italia. Orientamenti, (9 dicembre 1992), in “Notiziario C.E.I.” n. 9, 12/1992; L’adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica, (31 maggio 1996), in “Notiziario C.E.I.” n. 44, 5/1996. I testi sono disponibili su: http://www.chiesacattolica.it sezione “Documenti” [consultato il 12-10-2022].[]
  50. D. Primerano, Presentazione, in L’azione educativa per un museo in ascolto, atti dell’VIII convegno nazionale dell’AMEI (Associazione Musei Ecclesiastici Italiani), Trento, 19-21 ottobre 2011, a cura di D. Primerano, Trento 2012, p. 6.[]
  51. Ibidem.[]
  52. D. Primerano, Presentazione, in L’azione educativa…, Trento 2012, p. 7.[]
  53. E. Nardi, Forme e messaggi del museo, Milano, 2011, p. 9.[]
  54. M. Xanthoudaki, Il progetto educativo nel rapporto tra museo e scuola, in La qualità nella pratica educativa del museo, a cura di M. Sani e A. Trombini, Bologna 2003, p. 104.[]
  55. S. Mascheroni, Come coniugare azione educativa e finalità pastorale affinché il museo ecclesiastico divenga un luogo educativo di dialogo e confronto, tavola rotonda in L’azione educativa…, Trento 2012, p. 141. Sull’argomento cfr. M.E. Colombo, Musei e cultura digitale. Fra narrativa, pratiche e testimonianze, San Giuliano Milanese (MI), 2020.[]
  56. C. Panciroli, Documentare per creare nuovi significati: i musei virtuali, in Tecnologie per l’educazione, a cura di P.C. Rivoltella e P.G. Rossi, Pearson, Milano-Torino 2019, p. 85.[]
  57. Ibidem.[]
  58. La docu-mostra è stata elaborata mediante il supporto di un comitato scientifico. Cfr. Colophon su <http://www.museodiocesanomonreale.it/index.php?option=com_content&view=article&id=176&Itemid=270> [consultato il 12-10-2022]. Sull’apprendimento digitale cfr. R. Pace, Digital Humanities, una prospettiva didattica, con prefazione di P. Limone, Roma 2015.[]
  59. Per l’uso della piattaforma esistono alcuni tutorial disponibili on-line. Cfr. WebinER 20-21 – Realtà Virtuale con Artsteps a cura di Gianfranco Pulitano – Servizio Marconi EXT <https://www.youtube.com/watch?v=z-Dhy92QEPw&t=3256s> [consultato il 12-10-2022].[]
  60. Per l’uso della piattaforma esistono alcuni tutorial disponibili on-line. Cfr. WebinER 20-21 – Realtà Virtuale con Artsteps a cura di Gianfranco Pulitano – Servizio Marconi EXT <https://www.youtube.com/watch?v=z-Dhy92QEPw&t=3256s> [consultato il 12-10-2022].[]
  61. Sull’uso di ArtSteps consulta: E. Pulvirenti, Come realizzare una mostra virtuale, post del 22/08/2020 disponibile su <https://www.didatticarte.it/Blog/?p=13647> [consultato il 12-10-2022].[]
  62. Cfr. Progetto di DaD “Usare ArtSteps.com per creare una Virtual Gallery”, realizzato dalle classi terze sez. D-E-F della Scuola Secondaria di I Grado, a cura di Daniela D’Andrea, Prof.ssa di Arte e Immagine dell’I.C. Marconi di Castelfranco Emilia (MO) aprile 2020 – A.S. 2019/2020. Disponibile su <www.educazioneartistica.net> [consultato il 12-10-2022].[]
  63. La mostra virtuale ha riunito opere della Galleria Regionale di Palazzo Abatellis, la Biblioteca Regionale della Sicilia “A. Bombace”. Cfr. http://www.oadi.it/ex-machina/ [consultato il 12-10-2022].[]
  64. Fondato nell’ambito degli studi storico-artistici dell’Università di Palermo da Maria Concetta Di Natale nel 2007, l’Osservatorio rappresenta la prima struttura di ricerca e indagine sul ricco patrimonio delle Arti Decorative che dalla Sicilia e dall’Italia si apre all’Europa, pensato come utile strumento scientifico del Dipartimento già di Studi Storici e Artistici, oggi Culture e Società, dell’Università degli Studi di Palermo per ampliare la ricerca nel settore specifico. Tra gli obiettivi dell’Osservatorio sono «la conoscenza, la divulgazione e la valorizzazione delle opere d’arte decorativa in Italia, partendo dalla Sicilia, territorio in cui esse hanno uno sviluppo particolare e maggiormente variegato rispetto a tutte le regioni peninsulari», e che si propone «di raccogliere, schedare e mettere in rete tutto ciò che è edito nel settore in Italia, di raccogliere volumi e materiali fotografici, di realizzare convegni di studi, pubblicazioni, mostre e iniziative culturali diverse».[]
  65. Cfr. http://www.oadi.it/ex-machina/ [consultato il 12-10-2022].[]
  66. Il 18 maggio 2021, in occasione dell’IMD 2021 (International Museum Day 2021) è stato pubblicato il trailer video disponibile su: <https://youtu.be/0X1BQD4EvEY> [consultato il 12/10/2022]. Il 27 maggio 2021 è stato pubblicato online il link per accedere alla mostra virtuale, disponibile dalla pagina del sito del Museo Diocesano di Monreale (v. nota 5, infra). Il 17 luglio 2021 è stata presentata ufficialmente online da Ciro Lomonte, alla presenza di S.E.R. Monsignor Pennisi e di Maria Concetta Di Natale (registrazione disponibile sul Canale YouTube del Servizio Educativo: <https://youtu.be/PDE3zZNO794> [consultato il 12/10/2022].[]
  67. Cfr.<http://www.museodiocesanomonreale.it/index.php?option=com_content&view=article&id=176&Itemid=270> [consultato il 12/10/2022].[]
  68. Realizzate insieme alla guida LIS Monique Thomas, che ringrazio.[]
  69. A cura di Maria Sviridenko, che ringrazio.[]
  70. Sicilia ritrovata.Arti decorative dai Musei Vaticani e dalla Santa Casa di Loreto, catalogo della mostra (Monreale, Museo Diocesano, 07 giugno – 07 settembre 2012), a cura di M.C. Di Natale-G. Cornini -U. Utro, Palermo 2012.[]
  71. Per lanciare la mostra è stato realizzato anche un trailer video disponibile su: <https://youtu.be/5gibE1MGzT4> [consultato il 12/10/2022].[]
  72. Sulla Conferenza consulta: <https://prague2022.icom.museum/>[consultato il 12/10/2022].[]
  73. Documento scaricabile su: <https://www.icom-italia.org/wp-content/uploads/2022/12/NL-Settembre-2022.pdf> [consultato il 12/10/2022].[]
  74. Il F@IMP (Festival of Audiovisual and Innovative Museum Media Productions) mira a incoraggiare e riconoscere la produzione e la distribuzione di media audiovisivi (audio, film) e tecnologie multimediali innovative (siti web, programmi interattivi, applicazioni mobili e installazioni espositive creative e interpretative) avviate o prodotte da musei o istituzioni culturali e del patrimonio in tutto il mondo. AVICOM dal 1991 è il Comitato Internazionale ICOM (International Council of Museums) per l’Audiovisivo, le Nuove Tecnologie ei Social Media. Su AVICOM e sul Festival consulta: <https://faimpavicom.org/#/home> [consultato il 12/10/2022].[]
  75. La cerimonia di premiazione dei 21 vincitori del Festival si è svolta il 25 agosto presso il Museo Nazionale della Tecnica di Praga: sono andata personalmente a ritirare il premio in rappresentanza della Direzione e di tutto lo staff. Colgo l’occasione per ringraziare tutti nuovamente per il grande riconoscimento ottenuto, frutto di un ottimo lavoro di squadra.[]
  76. Per “phygital”, neologismo che unisce le parole “physical” e “digital”, si intende tutto ciò tutto ciò che unisce il contatto e la presenza fisica all’esperienza digitale. Sull’etimologia, consulta Accademia della Crusca, <https://accademiadellacrusca.it/it/parole-nuove/phygital/23518> [consultato il 9-10-2022]. Sul significato più vasto e la sua applicazione al mondo del marketing e della cultura, N. Andreula, #Phygital. Il nuovo marketing, tra fisico e digitale, Milano 2020.[]
  77. Tuttora presso il museo è stata allestita una postazione virtuale che permette di fruire in presenza la docu-mostra facendo sperimentare un’esperienza a metà strada tra “physical” e “digital”.[]