Maria Concetta Di Natale

Andrea Tipa e il Presepe di Ciminna

mariaconcetta.dinatale@unipa.it
DOI: 10.7431/RIV26062022

Trapani ha visto svilupparsi nel tempo l’attività di maestranze dalla straordinaria abilità che hanno caratterizzato la città per una produzione artistica, apprezzata in tutta l’Europa, che non ha raffronti per qualità ed esuberanza.  A queste maestranze si deve anche la realizzazione di presepi di vivace creatività realizzati con le diverse tecniche che hanno variamente caratterizzato per secoli l’arte trapanese, come le composizioni in corallo, avorio, madreperla, tartaruga, ambra, alabastro, materiali marini. Ad Andrea Tipa e alla sua bottega sono state attribuite, sulla scorta delle fonti tradizionali 1 numerosi presepi, per lo più di piccole dimensioni, con personaggi in avorio, diffusi nel XVIII secolo quando andava scemando la produzione di quelli in corallo, che presentavano ora l’adorazione dei pastori, ora quella dei Magi ed erano focalizzati sul sacro nucleo familiare protagonista. La scena veniva solitamente ambientata in una città turrita sopra una montagna, che rimanda alla Gerusalemme celeste dell’Apocalisse di Giovanni, tra ruderi e rovine d’impostazione barocca che riprendono, tuttavia, elementi tratti dal mondo classico, peraltro legandoli alla tradizione, riportata da Jacopo da Varagine nella Legenda aurea, che voleva che il tempio della Pace di Roma sarebbe crollato quando una Vergine avrebbe dato alla luce un Bambino 2. Altra produzione presepiale cara ai maestri trapanesi era quella in legno tela e colla, in cui emerge la personalità artistica di Giovanni Matera, Mastru Giovanni lu pasturaru, che suole inserire nei suoi presepi drammatiche scene della strage degli innocenti, che non si riscontrano solitamente nelle altre composizioni sia in corallo, sia in avorio, sia in alabastro e materiali marini degli altri artisti trapanesi  come quelli della famosa famiglia Tipa, anche se questi ultimi erano pure adusi ed abili nella lavorazione di statuine in legno tela e colla ispirate a quelle del Matera 3.

Altra famiglia trapanese nota per la realizzazione di presepi in materiali diversi fu quella dei Nolfo, ricordata dal De Felice, a proposito di Francesco (1741-1809), figlio di Antonio (1696-1784), per una composizione in microscultura caratterizzata da “una folla microscopica di piccolo presepe in avorio, portento di pazienza e perfezione” 4.  Domenico (1730-1782?), altro figlio, abile nella scultura marmorea realizzò anche un presepe per la Cattedrale di San Lorenzo di Trapani e tutti e tre componenti della famiglia si distinsero per le figure in legno, tela e colla, sulla scia dell’arte di Francesco Matera 5.

Della famiglia Tipa, scultori trapanesi attivi nel XVIII secolo, il capostipite è Giuseppe, sposato con Francesca e padre di Andrea (1725-1766), Alberto (1732-1783), Gaspare, Pasquale e Giovanni. Giuseppe con Andrea e Alberto erano famosi, per dirla con il Fogalli, per “lo scolpire in tenero e in piccolo”, dediti, dunque, soprattutto alla “piccola scultura”, “sugli alabastri, sui coralli, sull’ avorio, sull’ambra e sulle conchiglie” 6. Andrea si formò a Trapani presso lo scultore Francesco Luparello 7, o, secondo il Gallo, presso Giacomo Tartaglio 8. Realizzò sculture in marmo e in legno, ma era particolarmente abile nella realizzazione di presepi con figure in avorio, alabastro e altri materiali, come legno tela e colla, e di Crocifissi anche in pietra incarnata, tipico alabastro dell’area trapanese dalle venature rosacee che bene si adatta per la figura del corpo di Cristo martirizzato 9. Noto fuori dell’isola, da viaggiatori inglesi ebbe commissionato un gruppo di Naiadi uscenti dalle acque in pietra incarnata, mentre alcune sue opere furono inviate in Spagna entro forzieri di cristallo e un suo Calvario in ambra con figure in avorio e ornati di fiori in conchiglia e madreperla a Parigi 10. Opera di fondamentale importanza è un suo presepe, raffinata composizione realizzata con personaggi in avorio in un contesto in rame dorato, argento, corallo, ambra, diaspro, madreperla, ceralacca, firmato e datato 1749, ANDREAS TIPA DREPANENSIS SCULPSIT e ANNO MDCCXXXXIX, che si trova nel Monastero delle Salesas Reales di Madrid 11 (Figg. 123). Il presepe è stato esposto alla Mostra del 1926 Antiguo Madrid e nel 1996-1997 12 a quella Vida y Arte en las clausuras madrilenas – El ciclo de la Navidad 13 e in quest’ultima occasione restaurato 14. M. Cruz Valdovinos ritiene che l’opera sia stata donata al Monastero dai suoi fondatori, il re Ferdinando VI e la regina Bàrbara de Braganza 15, anche se non è citato nell’inventario dei doni della sovrana al Monastero del 1757; altrove si avanza l’ipotesi di un dono della Regina Isabel de Braganza (1797-1818) 16, confermando comunque che si tratti di un dono regale, come peraltro attesta l’alta qualità artistica dell’opera che evidenzia la personale realizzazione di Andrea Tipa di tutti i personaggi in avorio.  L’opera incentrata sull’adorazione dei magi, secondo diffuso uso dei maestri trapanesi, reca al centro della base un medaglione con una straordinaria raffigurazione miniaturistica della Strage degli innocenti, che, come si è detto, generalmente non si rileva nei presepi in corallo, avorio e materiali marini, ma ricorre piuttosto in quelli in legno tela e colla non solo del Matera, ma anche nella tradizione di questa tipologia dei maestri trapanesi.

Tra i presepi con personaggi in avorio attribuibili ad Andrea Tipa e alla sua bottega, cui talora partecipava anche il fratello Alberto, si distingue, per affinità con quello firmato di Madrid, quello inedito del Polo del Museo Civico di Ciminna, proveniente dal Convento dei Cappuccini di quel centro 17 (Figg. 4567). L’opera riprende l’ampia scenografia e la ricca e varia articolazione dei personaggi, pur non raffigurando l’adorazione dei magi presente in quello, ma privilegiando l’adorazione dei pastori di cui propone figure usuali nella tradizione trapanese, come quella femminile con canestra sul capo e quella maschile con un fascio di rami secchi sulle spalle. Il Presepe di Ciminna presenta personaggi in avorio su una montagna rocciosa in sughero, corallo, ceralacca, solitamente aggiunta al prezioso materiale marino che nel XVIII secolo ormai scarseggiava, madrepore e concrezioni di conchiglie e fiori in madreperla. Viene in mente quanto scrive il Di Ferro, che Andrea Tipa “eseguì varij bellissimi presepi con figure d’avorio e di alabastri (…) esitò (…) fiori naturali e leggeri di varie colorate conchiglie sulle quali si lavorava moltissimo per arrivare a quel bello che alla natura non costa niente” 18. Nel presepe di Ciminna, poi, in alto tra ruderi di gusto piranesiano con colonne in marmo e inserti di archi in madreperla, è raccolta la Sacra Famiglia, su cui culmina il Padre Eterno tra nuvole pure in avorio e raggi in rame dorato, altra presenza usuale in questa tipologia di presepi trapanesi, che appare quasi come un Deus ex machina. Fiori di stoffa compaiono in basso e lateralmente, al posto ormai delle girandole in corallo dei più antichi presepi come quello del Museo Pepoli di Trapani 19 o dei ramoscelli della rossa concrezione marina del presepe di Madrid.  Il presepe non può considerarsi opera prodotta dall’arte dei Padri Cappuccini maggiormente adusi a scolpire il legno, ma deve essere ricondotto ad un dono ricevuto, possibilmente da nobile famiglia, e gelosamente custodito fino a giungere all’attuale esposizione museale che ne garantisce una degna fruizione, peraltro rara per queste particolari tipologie di opere presenti per la maggior parte in collezioni private, fatta eccezione per quella più piccola del Museo Regionale Pepoli di Trapani, in avorio, corallo e madreperla 20. Lo stesso Museo espone anche due rare composizioni presepiali, una monumentale, con personaggi in alabastro e ricca scenografia in materiali marini, pure attribuite ad Andrea Tipa, la seconda con aiuti di bottega 21. Il Presepe di Ciminna si pone come una preziosa realizzazione di Andrea Tipa e aiuti di bottega con la possibile partecipazione del fratello Alberto, distinguendosi nella produzione trapanese nota per ricchezza di composizione e di personaggi e per affinità con il presepe di Madrid, sia pure considerato che quello dovette costituire un prezioso dono di committenza reale e dovette essere realizzato personalmente da Andrea Tipa che vi appose la sua firma, che non è dato riscontrare in altra opera analoga nota.

Altri due presepi strettamente raffrontabili a questo di Ciminna e pertanto riferibili a maestranze trapanesi accostabili alla produzione di Andrea Tipa e della sua bottega sono quello di collezione privata di Roma recentemente restaurato 22  (Fig. 8) e quello battuto all’asta di Sotheby’s European sculpture and works of art, tenutasi a Londra il 7 luglio 2006 23 (Fig. 9). A queste opere non fruibili si aggiunge quello perduto già del Museo Civico di Termini Imerese (Fig. 10), analogamente riferito a maestranze trapanesi del XVIII secolo e strettamente raffrontabile per materiali e composizione a quelli appena citati 24. Il Presepe di collezione privata di Roma oltre ai personaggi in avorio e ai rametti decorativi in corallo, è composto da vetro, marmo rosso, alabastro rosa, conchiglie, stoffa, carta, su un supporto di legno e sughero, analogamente a quello di Ciminna e verosimilmente all’altro venduto all’asta a Londra. Questi ultimi presepi si distinguono per la loro maggiore aderenza all’aulico modello di Andrea Tipa di Madrid.

  1. Per la famiglia Tipa e l’arte del presepe trapanese si vedano G. M. Di Ferro, Biografia degli uomini illustri trapanesi, voll. I e II, Trapani 1830-1831; G. M. Fogalli, Memorie biografiche degli illustri Trapanesi per santità, nobiltà, dignità, dottrina ed arte, ms. del 1840 del Museo Regionale Pepoli di Trapani, ai segni 14C8, f. 718; A. Gallo, Notizie de’ figulari, degli scultori e  fonditori e cisellatori Siciliani ed esteri soggiornati in Sicilia da tempi più antichi fino al corrente anno 1840 raccolte con diligenza da Agostino Gallo da Palermo, ms. XV.H.16, della Biblioteca Centrale della regione Siciliana, sec. XIX, ff. 1-25; ms. XV. H. 15, ff. cc. 312r, 701v, 755r, ed. a cura di A. Anselmo, M. C. Zimmardi, Palermo 2004; F. De Felice, Arte del trapanese. Pittura ed arti minori, Palermo 1936; M. Serraino, Trapani nella vita civile e religiosa, Trapani 1968; M. C. Di Natale, L’adorazione dei Magi nelle arti decorative fra manualità, simbolo e materia, in In Epiphania Domini. L’Adorazione dei Magi nell’arte siciliana, catalogo della Mostra (Palermo Cattedrale) a cura di M.C. Di Natale e V. Abbate, Palermo 1992; pp. 135-151; M.C. Di Natale, “Oggi nella città di Davide è nato il Salvatore”, in Materiali preziosi dalla terra e dal mare nell’arte trapanese e della Sicilia occidentale tra il XVIII e il XIX secolo, catalogo della Mostra a cura di M.C. Di Natale (Trapani, Museo Regionale Pepoli, 15 febbraio-30 settembre 2003), Palermo 2003, pp. 151-153; M.C. Di Natale, ad vocem Tipa, in Arti decorative in Sicilia. Dizionario biografico, a cura di M. C. Di Natale, coordinatore tecnico-scientifico Pierfrancesco Palazzotto, Palermo 2014, vol. II, pp. 587-588, che riporta la precedente bibliografia specifica.[]
  2. Jacopo da Varagine, Legenda Aurea vulgo Historia Lombardica dicta, ed. a cura di T. Graesse, Lipsia 1850, p. 42.[]
  3. Per il Matera e l’arte del Presepe trapanese si vedano G. M. Di Ferro, Biografia…, voll.I e II, 1830-1831; S. Romano, Di alcune eccellenti figure in legno scolpite dal trapanese Matera verso il Settecento e che ora trovansi nel Museo Nazionale bavarese, in A.S.S. 1903; F. De Felice, Arte nel trapanese…, 1936; G. Cocchiara, La vita e l’arte del popolo siciliano nel Museo Pitrè, Palermo 1938; S. Fugaldi, Maestro Giovanni Matera e l’arte del Presepe in Trapani, in “Trapani”, Rassegna mensile della Provincia n. 5, settembre 1956; G. Cocchiara, Matera e i suoi pastori, in “Sicilia oggi”, an. I, nn. 5-6, nov. dic. 1959 e Idem, I pastori del Matera, in “Sicilia”, n.36, 1962; V. Scuderi, Il Museo Nazionale Pepoli in Trapani, Roma 1965; M. Serraino, Trapani …, 1968; A. Uccello, Il presepe popolare in Sicilia, Palermo 1979; A. Buttitta, Il Natale. Arte e tradizione in Sicilia, Palermo 1985; A. Precopi Lombardo, L’artigianato trapanese tra il XIV e XIX secolo, Palermo 1987; M. C. Di Natale, Arti trapanesi nel Museo Pepoli di Trapani, in V. Abbate, G. Bresc Bautier, M.C. Di Natale, R. Giglio, Il Museo Regionale Pepoli di Trapani, Palermo 1991; G.Bongiovanni, Giovanni Antonio Matera, in “Kalos arte in Sicilia”, a. iii, n. 6 nov.-dic. 1991; M. C. Di Natale, L’adorazione dei Magi nelle arti decorative…, in In Epiphania Domini…, 1992; pp. 135-151; G. Bongiovanni, Appunti sulla scultura presepiale trapanese: la bottega di Giovanni Matera, in Il Presepe nel Natale artistico, a cura di M. C. Di Natale, Palermo 1994, pp. 45-50; M. C. Di Natale, “Oggi nella città di Davide…, in Materiali preziosi…, 2003, pp.151-153 e catalogo dei presepi pp.n 154-176.[]
  4. F. De Felice, Arte del trapanese…, 1936, p. 55.[]
  5. I. Bruno, ad vocem Nolfo, in Corallari e scultori in corallo, in Materiali preziosi…, 2003, p. 388, che riporta la specifica bibliografia precedente. Per la bibliografia relativa alla famiglia Nolfo nell’ambito della scultura presepiale trapanese si vedano anche le note 1 e 3 del presente articolo.[]
  6. G.M. Fogalli, Memorie biografiche …, ms. 1840, f. 718. Per la bibliografia relativa alla famiglia Tipa si veda la nota n.1 del presente articolo.[]
  7. P.E. Sgadari di Lo Monaco, Pittori e scultori siciliani dal Seicento al primo Ottocento, Palermo 1940, p. 73.[]
  8. A. Gallo, Notizie de’ figulari, degli scultori…, ms. sec. XIX, cc. 752r- 754r.[]
  9. G.M. Di Ferro, Biografia…, 1830-1831, p. 243. Si veda pure M.C. Di Natale, ad vocem Tipa, in Arti decorative…, 2014, vol. II, pp. 587-588, con bibliografia precedente.[]
  10. Ibidem. Si veda pure R. Di Gregorio, Discorsi intorno alla Sicilia, Palermo 1821, vol. I, p. 139.[]
  11. M.M. Estella Marcos, scheda n. 43, Eadem, La escultura barroca de marfil en Espana. Las escuela europeasy las coloniales, II, Madrid 1984, pp. 32-33; J. M. Cruz Valdovinos, Opere conservate e documenti sull’argenteria e i coralli siciliani in Spagna, in Storia, critica e tutela dell’arte nel Novecento. Un’esperienza siciliana a confronto con il dibattito nazionale, Atti del convegno internazionale di studi in onore di Maria Accascina, a cura di M. C. Di Natale, Caltanissetta, 2007, pp. 170-171. Si vedano pure M.C. Di Natale, ad vocem Tipa, in Arti decorative…, 2014, vol. II, pp. 587-588; S. Intorre, Il Presepe di Andrea Tipa nel Monastero de las Reales di Madrid, in Il Bello, l’Idea e la Forma. Studi in onore di Maria Concetta Di Natale, a cura di P. Palazzotto, G. Travagliato, M. Vitella, voll. I e II, Palermo 2022, vol. I pp. 191-196.[]
  12. Exposicion del Antiguo Madrid- Catàlogo general ilustrado, a cura della Sociedad Espanola de Amigos del Arte, Madrid 1926, scheda n. 925, p. 314.[]
  13. L. Arbeteta Mira, scheda n. 32, in Vida y Arte en las clausurasmadrilenas – El ciclo de la Navidad, catalogo della Mostra a cura di L. Arbeteta Mira, Madrid 1996, p. 121.[]
  14. L’opera è stata restaurata da M. Paz Fernàndez Bolanos Borrero e M. Isabel Herràez Martìn. Si veda S. Intorre, Il Presepe di Andrea Tipa…, in Il Bello, l’Idea…, 2022, vol. I pp. 191-196, che fa rifermento alla relazione preliminare per il restauro conservata nell’Archivio dell’Instituto del Patrimonio Cultural de Espana.[]
  15. J. M. Cruz Valdovinos, Opere…, in Storia, critica…, 2007, pp. 170-171.[]
  16. Si veda S. Intorre, Il Presepe di Andrea Tipa…, in Il Bello, l’Idea…, 2022, vol. I pp. 191-196, che riferisce della citata relazione preliminare per il restauro dell’Archivio dell’Instituto del Patrimonio Cultural de Espana.[]
  17. L’opera è rimasta nella chiesa dei Cappuccini anche quando venne affidata alle Suore Serve dei Poveri del Beato Giacomo Cusmano. Recentemente è passata nelle collezioni del Polo Civico Museale di Ciminna, insieme agli altri arredi della chiesa di proprietà del Comune. Nella chiesa rimangono tuttora alcune opere per occasionali celebrazioni liturgiche. Ringrazio Mons. Filippo Sarullo per le informazioni fornitemi. È programmata l’esposizione del presepe presso il Museo Diocesano di Palermo nella mostra “In Nativitate Domini – Il prezioso presepe di Ciminna con una collezione di Bambinelli e la Madonna del Gattopardo al Museo Diocesano di Palermo”, curata da Pierfrancesco Palazzotto.[]
  18. G.M. Di Ferro, Guida per gli stranieri in Trapani, Trapani 1825, p. 213.[]
  19. V. Abbate, scheda n. 158, in L’Arte del corallo in Sicilia, catalogo della Mostra (Trapani, Museo Regionale Pepoli, 1 marzo – 1 giugno 1986) a cura di C. Maltese e M. C. Di Natale, Palermo 1986, p. 372, con bibliografia precedente.[]
  20. L. Novara, scheda III.2, in Materiali preziosi…, 2003, pp.154-155 con bibliografia precedente.[]
  21. G. Bongiovanni, schede III.4 e III.5, in Materiali preziosi…, 2003, pp.156-157, con bibliografia precedente.[]
  22. Il restauro operato con criteri scientifici è stato realizzato da Sophie Bonetti, si veda M. C. Di Natale S. Bonetti, Il restauro scientifico per un presepe trapanese in materiali preziosi, in “OADI – Rivista dell’Osservatorio per le Arti Decorative in Italia”, n. 13, giugno 2016, pp. 55-70. Si veda pure S. Intorre, Il Presepe di Andrea Tipa…, in Il Bello, l’Idea…, 2022, vol. I pp. 191-196.[]
  23. Ibidem. Il presepe è stato individuato da S. Intorre, Coralli trapanesi nella collezione March, Palermo 2016, II ed. 2017, p. 13. []
  24. M.C. Di Natale, scheda n. 177, in L’Arte del corallo…, 1986, p. 372, con bibliografia precedente.[]