Sergio Intorre

Una nuova acquisizione iconografica per la ricostruzione della tribuna di Antonello Gagini nella Cattedrale di Palermo

sergio.intorre@unipa.it
DOI: 10.7431/RIV26012022

La macchina marmorea che decorò l’abside maggiore della Cattedrale di Palermo, capolavoro commissionato ad Antonello Gagini nel 1507 dall’Arcivescovo Giovanni Paternò e ultimato nel 1574 dai figli dello stesso Antonello dopo la sua morte nel 1536 1, viene concordemente annoverata tra le perdite più gravi del Rinascimento italiano a partire dal suo smembramento nel 1797 nell’ambito del restauro della Cattedrale eseguito su progetto di Ferdinando Fuga. Non è un caso che già Gioacchino Di Marzo definisse “vandalica” l’azione di quest’ultimo 2 né che nel tempo si siano susseguite ipotesi sulle reali responsabilità della distruzione della tribuna gaginiana, distribuendone di volta in volta il peso tra lo stesso Fuga e i direttori dei lavori in loco, Giuseppe Venanzio Marvuglia, Salvatore Attinelli e Frate Felice La Licata da Palermo 3. Dell’opera originaria, ormai irrimediabilmente perduta nella sua interezza, restano le statue e le formelle oggi presenti all’interno della Cattedrale, i capitelli e i frammenti di decorazione recentemente riallestiti nel Tesoro della Cattedrale stessa 4 e quelli nel Museo Diocesano di Palermo, estrema testimonianza della complessa matrice artistico-culturale di Antonello: “alla base (…) si pone innanzi tutto la tradizione paterna, arricchita dalla schiera numerosissima di collaboratori e seguaci (…) e, forse ancor più determinante quella lauranesca. Su queste basi le caratteristiche figurative di Antonello crescono aggiornandosi sui grandi fatti napoletani e romani del primo Cinquecento, tanto scultorei che pittorici: Giovanni da Nola, gli Spagnoli, Sansovino, ma anche il portato leonardesco- raffaellesco di un Cesare da Sesto” 5. Un’ulteriore consolazione per la perdita dell’opera è costituita dall’idea estremamente precisa che sopravvive ancora oggi del suo aspetto originario, che ne ha consentito una ricostruzione completa nel plastico realizzato da Salvatore Rizzuti e dai suoi allievi della classe di scultura dell’Accademia di Belle Arti di Palermo, oggi visibile nel Tesoro della Cattedrale 6 (Fig. 1). Ciò è dovuto in primis alle fonti documentarie che forniscono dettagliate descrizioni che si sono susseguite nel tempo, tra tutte quella pubblicata da Vincenzo Auria nel Gagino redivivo 7, quella di Giovanni Maria Amato nel De Principe Templo Panormitano 8, e quella di Gioacchino Di Marzo ne I Gagini e la scultura in Sicilia 9. Le fonti appena citate hanno trovato un prezioso riscontro nelle raffigurazioni della tribuna che ne hanno registrato l’aspetto in Età Moderna, spesso legate a cerimonie religiose di particolare rilevanza svolte al suo interno.

È il caso delle esequie del monarca spagnolo Carlo II, la cui cronaca, Ocaso de el mejor Sol en el Occidente de Iberia, venne pubblicata da Diego de Loya e Antonio de San Gerónimo nel 1701 10. L’incisione a corredo dell’opera (Fig. 2) ritrae l’apparato disposto in Cattedrale dal Viceré Duca di Veragua ed è chiaramente visibile la tribuna gaginiana sormontata dalla figura di Dio benedicente in stucco realizzata da Vincenzo Gagini 11. Un’incisione di Antonino Bova del 1760 che documenta l’acclamazione del re Ferdinando di Borbone all’interno della Cattedrale venne pubblicata nel 1760 nella cronaca dell’evento scritta da Domenico Schiavo 12 (Fig. 3). Dall’incisione di Bova Gioacchino Di Marzo ricavò la sua ricostruzione della tribuna (Fig. 4), pubblicata come tavola X-2 della monumentale opera sui Gagini 13. Ad essa soprattutto si ispirò Krüft 14 (Fig. 5) per la ricostruzione di grandi dimensioni inclusa nel suo volume su Antonello Gagini, che rappresenta ancora oggi un fondamentale riferimento per gli studi sull’artista e sulla sua bottega.

A queste opere, che hanno costituito le principali fonti storiche ed iconografiche per la ricostruzione della tribuna, si può aggiungere il dipinto di grandi dimensioni (1.35 m x 2.06 m) realizzato da un artista siciliano tra il 1700 e il 1705, che ritrae una cerimonia religiosa all’interno della Cattedrale, alla quale assiste il re Filippo V e la sua corte (Fig. 6). L’opera, soltanto di recente digitalizzata ed inserita nel database di Europeana, riproponendosi così all’attenzione della comunità scientifica, fa oggi parte delle collezioni del Museo de Historia di Madrid (Inv. 6210), rinominato così nel 2007 dopo essere stato fondato nel 1929 come Museo Municipal 15. Nel 1926 il dipinto venne esposto nella mostra Antiguo Madrid e schedato nel relativo catalogo come “Interior de la desaparecida iglesia del Salvador” di proprietà del Marchese di Torrehermosa 16. Venne acquisito dal Museo Municipal nel 1941 17 insieme ad un altro, verosimilmente dello stesso autore, che ritrae l’interno della chiesa palermitana di San Giuseppe dei Teatini 18, entrambi ancora allora ritenuti raffigurazioni di chiese madrilene perdute 19. Fu Alfonso Emilio Pérez Sánchez, in occasione della catalogazione generale dei dipinti del Museo Municipal, a riconoscere nel retablo dell’abside la perduta tribuna di Antonello Gagini, individuando definitivamente il soggetto dell’opera 20, la cui principale caratteristica, come nota lo stesso Sánchez, è “la cura con cui l’artista ha riprodotto ogni dettaglio della decorazione della cattedrale” 21, a cominciare proprio dalla tribuna, che ne ha costituito l’elemento identificativo fondamentale.

  1. Sulla Tribuna e sulle vicende relative alla sua costruzione ed alla sua demolizione v. G. Di Marzo, I Gagini e la scultura in Sicilia nei secoli XV e XVI, Memorie storiche e documenti, Palermo 1880-1883, pp. 226-227; A. Zanca, La Cattedrale di Palermo, Palermo 1952, p. 262; W. Krüft. Antonello Gagini und seine söhne, München 1980; P. Amico, Antonello Gagini e la Tribuna di Palermo, in “Storia Architettura”, 1-2, 1986, pp. 77-88; D. Bernini, Gagini padre e figlio scultori in Sicilia – Un contributo al quinto centenario della morte di Domenico, in Gagini, supplemento a “Kalós”, n. 4-5, a. IV (luglio-ottobre 1992), pp. 23-26; S. Rizzuti, La Tribuna di Antonello Gagini nella Cattedrale di Palermo, Palermo 2002; M.C. Di Natale, Il Museo Diocesano di Palermo, Palermo 2006, pp. 73-76; Eadem, Marmi gaginiani al Museo Diocesano di Palermo. Criteri di Museologia, in La scultura meridionale in età moderna nei suoi rapporti con la circolazione mediterranea, Atti del Convegno internazionale di Studi (Lecce, 9-11 giugno 2004) a cura di L. Gaeta, II, Lavello 2007, pp. 325-347; I. Mancino, Antonello Gagini fra Sicilia e Malta. Il restauro della Cattedrale di Palermo, s.l. 2007; M.R. Nobile, Antonello Gagini “architetto”, 1478 ca. – 1536, Palermo 2010, pp. 27-34; S. Intorre, Digitalizzare l’opera d’arte – Metodi e strumenti, Palermo 2013, pp. 110-120.[]
  2. G. Di Marzo, I Gagini e la scultura…, 1880-1883, p. 226.[]
  3. A tal proposito v. N. Basile, L’opera di Ferdinando Fuga e la verità sulla distruzione della tribuna di Antonello Gagini, Palermo 1926; V. Capitano, Giuseppe Venanzio Marvuglia, architetto, ingegnere, docente, Palermo 1989, pp. 15-23; M.C. Di Natale, Marmi gaginiani…, 2007, pp. 336-337, che riporta la bibliografia precedente.[]
  4. M.C. Di Natale, Il Tesoro della Cattedrale di Palermo, in c.d.s.[]
  5. F. Abbate, Storia dell’arte nell’Italia meridionale. Il Cinquecento, Roma 2001, p. 310; si veda anche M.C. Di Natale, Il Museo Diocesano…, 2006, p. 75.[]
  6. S. Rizzuti. La Tribuna di Antonello Gagini…, 2002.[]
  7. V. Auria, Il Gagino redivivo o’ vero Notitia della Vita, ed Opere d’Antonio Gagino, nativo della Città di Palermo, Scultore Famosissimo, Palermo 1698, pp. 24-27. Sulla descrizione di Auria v. S. Intorre, Antonello Gagini e la maestosa machina marmorea della Cattedrale di Palermo nel Gagino redivivo di Vincenzo Auria, in Esrarc 2022 – 12th European Symposium on Religious Art, Restoration & Conservation – Proceedings book, a cura di F. Palla, I. Rusu, L. Lanteri, C. Pelosi, N. Apostolescu, Torino 2022, pp. 61-63.[]
  8. G.M. Amato, De Principe Templo Panormitano Libri XIII, Palermo 1728, pp. 150-155.[]
  9. G. Di Marzo, I Gagini e la scultura…, 1880-1883, pp. 215-226.[]
  10. D. de Loya – A. de San Gerónimo, Ocaso de el mejor Sol en el Occidente de Iberia, llanto de Sicilia en las cenizas de su fenix. Maximas politicas de gobierno para reyes y principes, y su vida desengaño para todos en su tumba. Noticias funebres de los magestuosos parentales, con que la Fidelissima Ciudad de Palermo celebrò el ocaso de Carlos II, Augusto Monarca de las Españas, Palermo 1701.[]
  11. V. nota 1.[]
  12. D. Schiavo, Descrizione della solenne acclamazione e del giuramento di fedeltà prestato al Re di Sicilia Ferdinando Borbone composta dal Dott. Domenico Schiavo Palermitano, Palermo 1760, s.n.[]
  13. G. Di Marzo, I Gagini e la scultura…, 1880-1883, Tav. X.[]
  14. W. Krüft. Antonello Gagini…, 1980.[]
  15. Historia del museo y sus colecciones, pdf disponibile sul sito del Museo: https://www.madrid.es/UnidadesDescentralizadas/MuseosMunicipales/MuseoDeHistoriaDeMadrid/EspecialInformativo/Historia/ficheros/historia_del_museo_WEB.pdf.[]
  16. Sociedad Española de Amigos del Arte, Exposición del Antiguo Madrid – Catàlogo general ilustrado, Madrid 1926, scheda n. 773, p. 307.[]
  17. A.E. Pérez Sánchez, Anonimo siciliano – Interior de la Catedral de Palermo, in A.E. Pérez Sánchez – J.L. Díez García, Museo Municipal – Catalogo de las pinturas, Madrid 1990, p. 93.[]
  18. A.E. Pérez Sánchez, Anonimo siciliano – Interior de la Iglesia de San José de los Teatinos, de Palermo, in A.E. Pérez Sánchez – J.L. Díez García, Museo Municipal…, Madrid 1990, p. 93.[]
  19. A.E. Pérez Sánchez, Anonimo siciliano – Interior de la Catedral…, 1990, p. 93.[]
  20. A.E. Pérez Sánchez, Anonimo siciliano – Interior de la Catedral…, 1990, pp. 92-93; l’opera è stata presentata al Convegno “Sicilia Terra di approdi: i Gagini di Bissone – Museo Diffuso delle opere nella provincia di Catania”, svoltosi presso il Castello Ursino di Catania il 4 e 5 novembre 2022: S. Intorre, Antonello Gagini e la tribuna della Cattedrale di Palermo nei diari del Grand Tour, in c.d.s.[]
  21. A.E.Pérez Sánchez, Anonimo siciliano – Interior de la Catedral…, 1990, p. 93.[]